Mario Ermito giovane attore e modello ha esordito in tv e si è avvicinato al mondo dello spettacolo grazie alla sua partecipazione come concorrente del “Grande Fratello”.
Ha preso parte come attore in diverse serie televisive, nel 2018 ha fatto parte del cast di “Tale e Quale Show” programma condotto da Carlo Conti su Rai Uno.
È stato anche sul set di “Detective per caso”, prima pellicola cinematografica al mondo interpretata da persone affette da disabilità.
In tv hai debuttato con il “Grande Fratello”, che cosa ti ha insegnato? Quant’è stato importante per la tua carriera?
Il “Grande Fratello” è stata un’esperienza abbastanza forte per un ragazzo di appena 20 anni.
Essendo stato il mio primo percorso televisivo come concorrente di un reality, mi ha insegnato quando sia importante, diventando un personaggio pubblico, lanciare messaggi positivi al pubblico.
Sicuramente ha determinato il mio ingresso nel settore dello spettacolo.
Hai fatto parte del cast de “Il Peccato e la Vergogna 2”, “L’Onore e il Rispetto – Ultimo Capitolo” e “Il bello delle donne”, qual è stata l’esperienza più bella? Quanto si impara su un set insieme a grandi attori ormai affermati nel mondo della recitazione?
Sono state tutte delle bellissime esperienze, ma come in amore, la prima storia importante non si dimentica mai.
Quella che ricorderò per sempre è legata al mio esordio come attore ne “Il Peccato e la Vergogna 2”, in quanto mi ha fatto innamorare di questo lavoro.
Il mestiere dell’attore è, passatemi il paragone, come quello di un ladro.
Dividendo il set con grandi attori, si cerca di rubare con gli occhi, quanto più possibile, le loro tecniche usate nelle varie interpretazioni.
Nel 2018 hai partecipato a “Tale e Quale Show” e secondo Carlo Conti ne sei stato la rivelazione. Puoi svelarci qualche dietro le quinte di questa tua esperienza?
“Tale e quale Show” è stata una sorta di accademia, in quanto tutti gli insegnamenti ricevuti durante quell’esperienza mi hanno fatto crescere artisticamente.
L’elogio di Carlo Conti durante la serata finale, insieme al riscontro positivo del pubblico, sono stati la mia vittoria morale.
Prima di salire nell’ascensore, facevo un gesto scaramantico, insieme al mio agente Alex Pacifico, come segno di buon auspicio per l’esibizione.
Qual è stato il personaggio più difficile da interpretare e quale quello che ti è rimasto nel cuore?
I personaggi più difficili da interpretare sono stati, Alex Britti e Fausto Leali.
Per quanto riguarda il primo, quella settimana mi era venuto un ascesso che mi aveva provocato un’infiammazione alle corde vocali, ostacolando la mia performance.
Per il secondo personaggio, Fausto Leali è stato un po’ più complicato per via del suo timbro vocale inimitabile. Il personaggio che mi è rimasto nel cuore è sicuramente Luciano Ligabue, in quanto è da sempre il mio idolo musicale.
“Detective per caso” è stato un grandissimo successo, primo film al mondo interpretato da persone disabili. Qual è la cosa che ti è rimasta di più di questa esperienza?
“Detective per caso” è stata l’esperienza più significativa della mia carriera. Durante i giorni vissuti sul set, ho imparato una cosa importantissima ovvero che è proprio vero che “un giorno senza sorriso è un giorno perso“.
Che emozione hai provato nell’attraversare il red carpet del Festival del Cinema di Roma?
Calcare il red carpet del Festival del Cinema di Roma, da protagonista di un film in concorso è sicuramente un’emozione indescrivibile.
Nel tuo percorso artistico daresti la priorità ad una fiction o ad un film?
Darei la priorità al primo progetto firmato in ordine cronologico, indifferentemente se si dovesse trattare di una fiction o di un film.
Mario Ermito, lo ricordiamo ha anche un passato come modello.
Un percorso iniziato a 17 anni, sebbene da sempre il suo desiderio era quello di fare l’attore
Per il futuro ha diversi progetti che sta valutando con il suo agente ma il suo sogno più grande è quello di poter realizzare un film western insieme o diretto, da Terence Hill.
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