Saverio Grandi: “Condivido una dote con Gaetano Curreri, capisco subito se un brano avrà successo”

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Saverio Grandi: “Condivido una dote con Gaetano Curreri, capisco subito se un brano avrà successo”

Saverio Grandi è uno degli autori di canzoni più conosciuti con i suoi oltre trecento brani pubblicati.

Nella sua carriera vanta numerose collaborazioni con i più grandi nomi del panorama della musica italiana contemporanea. La sua vena creativa nasce dal bisogno di dire qualcosa, da un momento quotidiano, infatti per lui non è semplice scrivere brani su commissione.

Gli piacerebbe scrivere musica insieme ad Ultimo, un giovane con il quale trova diverse affinità. Sogna di collaborare con Billie Eilish e suo fratello Finneas.

Come ci si sente ad essere tra gli autori più famosi nel panorama della musica italiana? 

Non ho mai fatto gara né con gli altri autori né con i cantanti. Certo è meglio essere popolare ma il mio obiettivo è quello di migliorare ogni giorno. Gli autori poi non sono mai così famosi, quello lo sono i cantanti ed è giusto così perchè ci mettono la faccia e la loro storia.

Esiste un momento particolare della giornata nel quale ti senti particolarmente ispirato? In genere, come nasce un testo?

No, non esiste, oggi. Una volta lavoravo quasi solo al pomeriggio e soprattutto di notte, passavo la mattina ad ascoltare quanto fatto in precedenza.

Un testo nasce da un’idea, mi viene un’urgenza di dire qualcosa, un mio disagio o una mia gioia. Nove canzoni su dieci di quelle che ho scritto e pubblicato sono nate così. A volte invece ti viene commissionata, devi scrivere un pezzo per questo artista, iniziano le mediazioni ma è molto meno divertente.

“Benedetta passione”, è uno dei singoli con il quale Laura Pausini ha vinto il suo primo Grammy Award, che emozione hai provato quando hai ricevuto questa notizia?

Grande emozione, più per lei che per me. Penso che Laura si meriti di tutto e di più perchè oltre ad essere una bravissima cantante è una donna intelligente, una comunicatrice ed un personaggio di valore internazionale. Sono contentissimo per lei, tra l’altro poi ne ha vinti altri 4/5.

Mi piacerebbe che ci fossero più artisti come lei, la musica italiana ha assolutamente bisogno di farsi conoscere nel mondo indipendentemente dall’America. Io ho vissuto lì due anni e mezzo, l’unico cantante italiano che conoscono bene nell’America del nord è Bocelli, i cantanti pop fanno fatica. Nel mondo latino conoscono molto bene Laura.

Nel 2016, il brano “Un giorno mi dirai” da te scritto insieme a Chiaravalli e Curreri si è aggiudicato il primo posto alla 66ª edizione del Festival di Sanremo, qual è la genesi di questa canzone?

Ho fatto un sogno, mia figlia allora aveva 11 anni e veniva da me perché era stata lasciata dal suo fidanzato, quindi era un sogno “brutto”, premonitore.

Mi è venuta questa storia. Iniziare con la terza strofa “Un giorno mi dirai che un uomo ti ha lasciata e che non sai” sarebbe stato banale così ho cercato di vederla dal punto di vista del padre che giustamente diventa debole. Questa per me è la vera forza della canzone, la debolezza del padre che dice alla figlia “io ho rinunciato alla mia felicità e tu riderai di me”. Io ho scritto tutta la parte senza il chorus che poi ha fatto Luca Chiaravalli il quale ha ascoltato il brano la mattina seguente, tutto il resto è venuto da sè.

Qual è l’artista al quale sei più legato?

Devo dire che sono legato a tutti gli artisti con i quali ho collaborato, per varie ragioni. Sono molto legato a Vasco Rossi, a Laura Pausini per la stima, ad Eros perchè per me con lui e Luca Chiaravalli abbiamo fatto un disco molto bello. Son legato a Morandi perchè è una persona che con me si è comportato in una maniera squisita, a Nek, a Raf e agli Stadio e a tanti altri.

Di tutte le tue creazioni, qual è il brano del quale non ti aspettavi tutto questo successo?

Sinceramente di tutte le canzoni che ho scritto sapevo già quali avrebbero fatto successo e quali no. Credo di avere una dote che condivido con Gaetano Curreri, capisco subito se un brano può andare o no. Poi ci sono tante concause.

Perchè il brano spacchi devi avere una grande melodia, un grande testo, un’ottima produzione e sopratutto un ottimo interprete. Magari anche essere inserito nel contesto giusto. Un paio di brani, se ci penso, secondo me avrebbero meritato miglior fortuna.

Se dovessi fare un nome, con chi ti piacerebbe collaborare?

Come artista italiano dico Ultimo. Trovo che ci siano notevoli affinità tra la sua scrittura e la mia, spero che lui lo prenda come un complimento.

Artista internazionale sicuramente Billie Eilish, so che è impossibile anche se fino a pochi mesi fa ho vissuto a Los Angeles. Trovo che lei e suo fratello Finneas siano troppo avanti, penso sia il sogno di tutti gli autori poter collaborare con loro.

Lo scorso novembre è uscito il tuo libro “Scrivo canzoni per farti sognare. Una storia tra le parole e la musica”, puoi raccontarci qualcosa?

“Scrivo canzoni per farti sognare” è una serie di racconti che hanno come collante la musica. È un libro che va bene per chi scrive canzoni perchè con esso può imparare tante cose. È scritto in una forma ibrida, è un’autofiction, il protagonista sono io però si parla di tutta la mia generazione. Ha sempre avuto ottime recensioni quindi questo mi rende felice.

Hai dei progetti in corso?

Sto scrivendo molte canzoni ma di progetti ne ho davvero tanti.

Laureata in Scienze della Comunicazione – Giornalista Pubblicista –
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