Marco Sentieri: in preparazione un ep che anticiperà l’uscita del suo nuovo album

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Marco Sentieri: in preparazione un ep che anticiperà l’uscita del suo nuovo album

Marco Sentieri, all’anagrafe Pasquale Mennillo è stato uno degli artisti in gara tra le Nuove Proposte al 70° Festival di Sanremo.

Il cantante partenopeo prima di approdare sul palco dell’Ariston nel quale ha trattato un tema importante come il bullismo, ha partecipato ad X-Factor Romania acquisendo una grande schiera di pubblico.

Com’è nata la tua passione per la musica?

Provengo da Casal di Principe, un paesino in provincia di Caserta. Quando ero piccolo, finita la scuola non c’era nulla da fare, così frequentavo l’oratorio della chiesa.

Cominciai lì ad appassionarmi alla musica, però dentro di me l’ho sempre avuta. Ricordo che ad ogni festa, in famiglia, volevo cantare.

Crescendo poi man mano ho capito che la musica faceva parte della mia vita, non potevo farne a meno. A 12 anni ho iniziato ad incidere i miei primi brani, da lì non mi sono più fermato.

In Romania hai vinto importanti Festival ed hai partecipato ad X-Factor, cosa ci racconti di questa esperienza?

Nel 2016 in Romania mi sono arrivate un bel po’ di inaspettate soddisfazioni, fino ad allora non avevo vinto nulla.

Ho vinto due festival nei quali rappresentavo l’Italia, uno a maggio e l’altro ad ottobre, eravamo 26 cantanti selezionati in tutta Europa.

Nel mezzo ho partecipato ad X-Factor Romania, mi ritrovai lì per caso. Mentre facevo questo festival, avevamo un giorno libero e nell’hotel vicino al nostro davano le audizioni per il programma.

Partecipai per gioco e poi mi arrivò una telefonata dove mi comunicarono che ero stato scelto.

Quale differenze hai notato rispetto a qui?

La mia musica in Romania è più che apprezzata, sono stato lì quasi un anno, mi son fatto tanti amici romeni, mi hanno detto più volte che loro la lingua italiana l’hanno imparata mediante le canzoni, in particolare con Toto Cutugno, Al Bano, Gianni Morandi, Biagio Antonacci e Laura Pausini.

Ricordo che ero lì in albergo, un giorno mi trovavo in giardino a rilassarmi. Le casse in filodiffusione con la radio che trasmetteva Ramazzotti e Pausini mi hanno fatto pensare che  la musica italiana qui indubbiamente è vista molto bene.

Se ti devo dire le differenze, anche loro hanno la musica nazional popolare che non deve essere vista come quella dominante, è un po’ come qui, abbiamo le tarantelle, la pizzica, la classica napoletana, gli stornelli romani e poi la musica nazionale, anche lì hanno grandi artisti.

I quattro giudici di X-Factor erano delle star, tra di loro c’era Carla’s Dreams e Delia, artisti con milioni di stream a livello europeo. Sicuramente sono un po’ indietro rispetto all’Italia.

Quest’anno hai portato in gara a Sanremo Giovani la canzone “Billy Blu”, com’è nata l’idea di portare un tema come il bullismo? Ti è mai capitato di essere vittima di un bullo?

Quest’anno ho partecipato al Festival di Sanremo con “Billy Blu”, un brano che tratta il bullismo. Nella mia mente non c’era in programma questa partecipazione.

Mi fecero ascoltare un brano del quale non sapevo nemmeno l’autore, questa canzone aveva un testo tutto parlato.

Come l’ascoltai ebbi subito un imprinting su questo brano avendo anch’io subito dei piccoli atti di bullismo a scuola per via dei miei occhiali spessi, del mio accento un po’ differente e per il mio essere un po’ più paffutello.

Mi dissero “Marco, che dici vogliamo provare a fare Sanremo con questa canzone?”.

Decisi di accettare e di dargli una melodia, ho modificato questo abito sulla mia pelle, visto com’è andata credo d’aver avuto un buon intuito. Ho conosciuto così l’autore, Giampiero Artegiani medesimo artefice di “Perdere L’Amore” di Massimo Ranieri.

Da tempo maturavo l’idea, avendo 35 anni ed essendo padre, di raccontare qualcosa di più profondo rispetto alle classiche canzoni d’amore o con tematiche sociali.

Che emozioni hai provato sul palco del Festival?

È difficile esternare le emozioni che ho provato sul palco dell’Ariston, per chi non ha vissuto quest’esperienza non si può capire al 100%.

Il palco dell’Ariston è quasi irraggiungibile, fa parte di quelle cose che sai che esistono ma nemmeno ci provi perché sai che non riuscirai ad andarci. E’ un sogno che maturi e tieni con te, mi ritengo fortunato ad averlo avverato.

Ricordo ancora quando scesi le scale e guardai a destra e a sinistra come in un boomerang delle stories di Instagram.

Guardavo la platea, gli orchestrali, scesi e mi sono goduto tutto. Il titolo della canzone, il mio nome, e poi entrai in una dimensione tutta mia magica che mi ha tenuto sospeso 33 metri sopra il cielo.

Hai una grande presenza scenica, pensi che questo possa essere un grande aiuto per far arrivare un brano al pubblico?

Indubbiamente la presenza scenica ed il modo di comunicare aiuta a far arrivare il brano più in fretta al pubblico anche perché a volte si fa la differenza tra chi esegue solamente e chi si cala nel brano.

Quanto hai imparato da quest’esperienza e quanto ti ha aiutato a livello mediatico? 

Ho imparato tantissimo da questa esperienza sanremese, non poteva essere diversamente, anche perchè hai a che fare con un palinsesto artistico di un livello mondiale, sei in diretta sulla Rai.

Per uno come me che viene da una realtà musicale diversa, dalle aperture di concerti di grandi artisti, la mia vita artistica è sempre stata molto umile, da locali a feste di paese. Arrivare a mamma Rai, come può non insegnarti delle cose?

A livello mediatico indubbiamente mi ha aiutato. Mi sono visto arrivare un tot di numero di follower in più dopo il Festival. Sicuramente prima ad un post ricevevo 100 like, ora 1000. È un po’ l’effetto della televisione ed il livello assoluto del Festival che fa tutto questo.

Continui tuttora a trattare l’argomento del bullismo, secondo te come bisogna affrontarlo? C’è un “segreto” per sconfiggerlo?

Sì, continuo a trattare il tema del bullismo anche dopo Sanremo. Era infatti in programma un tour in giro per le scuole primarie e secondarie di tutta Italia, avevo deciso di andare a raccontare la mia esperienza. Tutto questo non è stato possibile purtroppo a causa di quest’emergenza.

Sono stato fortunato perchè la musica mi ha aiutato tantissimo, però ci sono dei ragazzi che non sono riusciti a superare questa cosa, anzi molti si sono addirittura tolti la vita.

Il bullismo, fenomeno sempre esistito negli anni è mutato in un cyber-bullismo spietato. Ai ragazzi mi sento di dire di credere di più in sé stessi, di crearsi degli obiettivi e di non lasciarsi andare.

Il periodo dell’adolescenza è quello più delicato, il ragazzo bullizzato si colpevolizza “Forse il bullo ha ragione, sono inferiore”, giustamente non si è ancora forgiati caratterialmente.

Il giovedì della settimana sanremese fui invitato come testimonial alla presentazione del libro #cuoriconnessi. Parla di storie di cyber-bullismo, già lì ho avuto la possibilità di parlare davanti a 60 ragazzi di scuole elementari e medie.

Di sicuro l’antidoto non so dire qual è, ma più se ne parla e più si ha la possibilità che si venga sensibilizzati su questo argomento. Non esiste una retta via ma serve parlare e far capire a questi ragazzi che c’è la possibilità di denunciare.

Venticinque anni fa, quando succedeva a me non era possibile, anzi ci si vergognava a raccontarlo perchè si ammetteva di essere deboli.

Sei nato a Casal di Principe, in provincia di Caserta, poi hai lasciato a 16 anni la tua terra per Roma. Sei rimasto comunque legato alle tue origini?

Mi sono trasferito a Roma per inseguire i miei progetti poi a 18 anni sono tornato, attualmente vivo nel mio paese.

Sono legato alla mia terra, sono una persona molto patriottica, sono legato a tutto quello che è campano e partenopeo, è qualcosa che si ha dentro, è un senso di appartenenza.

Ma chissà con quali cantanti sogna di duettare Marco.

Ce ne sono tanti, ci ha raccontato.

In molti definiscono Marco Sentieri il collante tra la vecchia e la nuova generazione, ed lui in realtà ci dice che in effetti ci si  ci sente, anche come gusti musicali perchè ama sia la musica un po’ più datata che quella moderna.

Un pallino in realtà ha da sempre: quello di duettare in “Perdere l’amore” con Massimo Ranieri. Tra l’altro ancor di più dopo quest’anno, visto che grazie al brano presentato a Sanremo condividono lo stesso condividiamo lo stesso autore.

-Ci siamo incrociati quest’anno al Festival, lui mi ha fatto moltissimi complimenti!- ci racconta.

Intanto sta lavorando all’uscita di un ep che precederà l’album.

Il tutto è slittato di qualche mese per via di quello che stiamo vivendo ma sicuramente al termine di questa pandemia uscirà il suo secondo singolo.

Laureata in Scienze della Comunicazione – Giornalista Pubblicista –
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