LUCA BRACALI: GHIACCIO FRAGILE

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LUCA BRACALI: GHIACCIO FRAGILE

LUCA BRACALI: GHIACCIO FRAGILE

Luca Bracali, all’uscita del suo ultimo libro “Ghiaccio Fragile”.

Appena rientrato dal suo viaggio in Finlandia si racconta e ci racconta il suo impegno nella salvaguardia dell’ambiente.

Lo guardi, l’aria di un uomo che ha visto e vissuto condizioni estreme, ma che non perde mai quel sorriso e lo sguardo sereno che forse solo una persona totalmente immersa nella natura può avere.

Fin da ragazzino, ci racconta, era completamente attaccato a sua madre, quasi terrorizzato all’idea di lasciare la sua casa.

Il primo viaggio fuori dall’Italia, ricorda, fu a 20 anni in Costa Azzurra con un gruppo di amici.

Successivamente con suo cugino si reca a Monaco. Galeotta diviene la fuga in Danimarca che suscita in lui quel senso di avventura che non ha più perso.

Il suo primo viaggio da professionista avviene nel ‘91 su suggerimento di un amico, lo stesso con cui aveva condiviso l’esperienza in Costa Azzurra.

All’epoca collaborava con riviste di motori per lo più locali.

Riuscito ad ottenere una vettura dalla Toyota come sponsor e 6/8 pagine su un mensile di auto parte per la sua prima avventura.

Quindici paesi in tutto, 14.000 km è il frutto del primo reportage di viaggio finendo alle Isole Svalbard.

– Ricordo ancora l’emozione di trovarmi a poco più di 1.000 km dal Polo Nord, le ultime isole prima di giungere alla cima della calotta polare artica..

Dormimmo in auto, avevo ai piedi un paio di mocassini.- sorride mentre prosegue nel suo racconto- Eravamo totalmente impreparati.

Il 90% delle persone non avevano idea di com’era il Polo Nord, nemmeno noi.

Fu allora che capii che fotografare motori e modelle non mi dava la stessa emozione che mi dà fotografare il mondo.

Dà lì ho capito che il mondo appartiene a tutti, in particolare appartiene anche a me.-

Da allora Luca inizia a prendere coscienza dei problemi che riguardano l’ambiente.

Si interessa al buco nell’ozono e l’effetto serra.

E’ così che nel 2004 va in Antartide e nel 2006 parte con la sua pima missione in assoluto in Artico.

Ad oggi ha alle spalle più di 145 luoghi visitati, oltre a Svalbard e Lofoten ci sono Rapa Nui, Galapagos, San Blass, Borneo, Irian Jaya, Papua, Nuova Caledonia, Vanuatu, senza citare Reunion, Mauritius, Seychelles, Capo Verde, Canarie, Maldive, Hawaii e altri meravigliosi luoghi.

Ci racconta dell’Aurora Boreale e subito il suo tono di voce cambia.

Col suo racconto ti fa venire voglia di chiudere gli occhi e  immaginare.

-Era il 1999, una figlia di appena due mesi e una valigia preparata quasi a malincuore…- ricorda.

Forse da lì si è guadagnato il titolo di cacciatore di aurore boreali, che da più di 20 anni è riuscito a immortalare con scatti sempre diversi, con emozioni sempre nuove.

L’aurora boreale è un fenomeno unico, visibile soprattutto in inverno, ma non basta la stagione.

Occorrono una serie di combinazioni quali la reazione del sole le cui particelle cariche positivamente vanno ad interagire con i gas presenti negli strati alti della nostra atmosfera (ossigeno, azoto, elio etc), serve silenzio e ogni volta un nuovo stupore per un fenomeno che non sai mai se dura tre minuti o tre ore.

E’ un’emozione che ti azzera il cervello, e tu sei proiettato a vedere ciò che hai di fronte e a catturarlo.

Cita il film “ I segreti di Walter Mitty”, in cui il protagonista si trova davanti allo scatto della vita ma invece di scattare se lo vive così.

Luca non è d’accordo.

Luca ci dice una frase bellissima: fotografare vuol dire vivere e vedere due volte.

– Si perché se guardo con gli occhi certe scene me le dimentico. Certi momenti solo la lunga esposizione, o solo un certo tipo di ottica ti permette di vederli bene: ci sono attimi che a occhio nudo non vedresti.

Di ogni scatto io mi ricordo tutto, mi resta nell’io più profondo.-

La voce di Luca ti trasporta con lui, in questo luogo fantastico e ti fa sentire la bellezza del mondo.

Capisci che il lavoro per lui non è solo un lavoro ma una parte integrante, che stare lontano dalla famiglia è come digiunare, ma tornare è come fare una grande festa in cui arrivi al pasto davvero affamato dopo il digiuno.

Senti che è la qualità del tempo che passi con la famiglia e non la quantità.

Ma tornare in Italia è sempre strano.

Lui è fatto per il mondo, è fatto per tornare in quelle terre in cui ha un conto sempre aperto.

Appena sarà finita l’emergenza Covid-19 infatti tornerà al Capo Nord..

La passione per Luca Bracali è il primo guadagno. Ci sono cose che non hanno un prezzo e quei luoghi per lui le rappresentano.

Ed è così che parliamo di “Ghiaccio Fragile” la sua creatura più bella come definisce Luca il suo 14° libro.

Questo libro ha una particolarità: è totalmente curato da lui, frutto di mente e passione in cui racconta i luoghi che rappresentano non solo il titolo ma anche i cambiamenti climatici: l’Antartide e quindi il Polo sud, e l’Artico con Alaska, Canada, Groenlandia, Islanda, Svalbard e Polo Nord Geografico.

Valore aggiunto in “Ghiaccio Fragile” è indubbiamente l’inserimento dei testi di tre fra i più autorevoli scienziati al mondo: Allen Pope, Paolo Gabrielli, Vladimir Romanovsky.

In questo libro in cui fa un’analisi fotografica analitica e scientifica si avvale di un editore con cui è fiero e onorato di collaborare: la casa editrice Giunti.

Novità per la casa editrice è di aver deciso di fare qualcosa di nuovo ovvero un libro fuori formato di 39.5 cm di altezza.

A credere fortemente in questo progetto, Andrea Guarducci presidente di Enegan spa, insieme ai soci Gianni Acciai, Massimo Bismuto e Giovanni Pucci e attraverso Save the Planet presieduto da Elena Stoppioni ha finanziato il progetto e l’intero incasso dei libri acquistati attraverso il link diretto https://urly.it/34tas

sarà devoluto per progetti destinati alla salvaguardia dell’ambiente.

 

 

Il lavoro di Luca è anche quello di insegnare fotografia attraverso viaggi fotografici.

Insegna a professionisti o semplici appassionati di ogni età che vogliono vivere un’esperienza unica che ha tutto il sapore dell’avventura (sebbene sempre organizzata in sicurezza).

Insegna dal 2009 l’arte del viaggio e della fotografia.

“E’ bello vederli la sera riuniti, osservarli tirar fuori la loro passionalità sia che essa diventi un lavoro o solo un’esperienza”.

Ci sono ancora 12 tappe che mancano a Luca per poter dire di aver visto il mondo.

Tra queste l’inaccessibile Yemen e la Libia, di una bellezza architettonica e artistica tra le più belle al mondo.

E se è venuta anche a voi la voglia di viaggiare…. coronavirus permettendo, da fine maggio a dicembre, Luca ha in programma una serie di 9 viaggi :Kenya, Kazakistan/Tagikistan/Kirghyzistan, Azerbaijan/Georgia/Armenia, Groenlandia/Islanda, Brasile, Irian Jaya, Namibia/Botswana, Canada e infine Bhutan dove la qualità della vita si misura con l’indice della felicità.

Il tempo passa incredibilmente veloce quando Luca ci racconta le sue esperienze.

E’ arrivato il momento dei saluti ma con la promessa di un nuovo appuntamento il 22 Aprile, in occasione del 50° anno della giornata mondiale della terra, in cui presenterà il suo 15° libro.

 

www.lucabracali.it
luca@lucabracali.it

 

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Laureata in scienze della comunicazione. Redattrice, marketing manager, event planner, contatto: meridesideri@libero.it
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