Per natura l’essere umano ha una spiccata capacità di adattamento, nel saper scegliere, nel trovare energia per risollevarsi anche nelle situazioni più difficili.
Lo stiamo vedendo in questi giorni dove alcune aziende hanno iniziato ad optare per lo Smart Working sebbene in Italia non ci siamo abituati.
Lo Smart Working in Europa si attesta con una percentuale di circa l’11.6%.
Considerando che Svezia e Olanda sono al 27%, la gran parte di paesi europei intorno al 10%, uk 20%l’Italia si attesta ( fonte Eurostat 2018) intorno al 3.2%, abbassando la media europea.
La maggior parte delle nostre aziende non sono abituate a lavorare sulla base di un modello digitale.
Molto spesso il management e la direzione sono affidate a persone che hanno un approccio analogico.
Solo in pochissimi casi si investe in Smart Working.
In particolare quando si investe in infrastrutture informatiche o quando c’è alla guida un cambio generazionale che si sta digitalizzando, oppure per risparmio.
Ma cos’è in realtà davvero lo Smart Working e come si applica?
Ne abbiamo parlato con Samuel Lo Gioco, formatore nei processi di cambiamento, esperto in leadership emotiva, fondatore dello Smart Working Day e dello Smart Working Magazine.
Lo Smart Working è un sistema di lavoro che si basa innanzitutto su un rapporto di fiducia, consapevolezza e responsabilità.
Il modello finlandese è quello che funziona al meglio ( 92%).
In questo momento di particolare emergenza sanitaria alcune aziende stanno licenziando.
Altre aziende stanno approntando un modello di Smart Working fai da te a investimento zero, pensando che non appena si tornerà alla normalità si possa tornare ai vecchi metodi.
Bisogna fare attenzione, ci spiega Lo Gioco, perché lo Smart Working ha delle regole specifiche.
Innanzitutto si basa su un accordo tra le parti ( domanda e offerta di lavoro).
E’ necessario conoscere delle regole ed essere formati.
Non si tratta di Remote Working, Home Working o Telelavoro.
E’ un vero è proprio cambiamento culturale nel modo di concepire il lavoro.
Al centro del dibattito va inserito il capitale umano che diventa fulcro di questo nuovo modo di concepire il lavoro.
Il personale deve essere responsabilizzato e reso più consapevole.
In questo modo egli imparerà a mantenere alta la qualità della produzione, pur nella gestione e organizzazione del proprio tempo.
L’attuale crisi, ci spiega Lo Gioco, ha temporaneamente rimodulato quanto prevede la legge n.81 del 22 maggio 2017, facendo sì che al momento il datore possa in maniera unilaterale decidere di applicare lo Smart working per i propri lavoratori.
Gli effetti- aggiunge Samuel Lo Gioco – li vedremo solamente verso l’estate. Capiremo allora se le aziende si avvarranno di questo metodo innovativo di lavoro, conosciuto come lavoro agile.
In quel caso però dovranno essere applicate tutte le tutele del caso.
Non è infatti possibile, per lo Smart Working, utilizzare gli strumenti “di casa”. Il lavoratore deve essere messo in condizioni di lavorare secondo le norme a tutela della privacy, nel rispetto del DGPR e delle leggi dell’infortunio sul lavoro.
Proprio in quest’ottica nel 2016 nasce lo Smart Working Day che ha visto passare in questi format esperti delle più grandi aziende italiane come Telecom, Benetton, Tim, Poste Italiane e molti altri.
Lo Smart Working Day è stato patrocinato tra l’altro dalla Commissione Europea, il Comune di Milano e da altri comuni italiani, riconosciuto di elevato livello nella promozione del lavoro agile.
Prossime tappe Padova 28/05/2020 https://www.smartworkingday.it/padova-2020/
Firenze 11/06/2020 https://www.smartworkingday.it/firenze-2020/
e da Settembre anche Torino, Bologna e Milano.
– Ritengo sia fondamentale costruire una cultura basata sulla leadership per rendere un progetto di Smart Working efficace.-
Ricordiamo che alla radice lo Smart Working cresce su un terreno materialmente formato dalla fiducia.
Essa evolve soprattutto se a capo ci sono ottimi leader. – spiega ancora Samuel Lo Gioco -In questo momento della mia vita sto scoprendo come la fiducia delle persone sia capace di trasformarsi in nuove opportunità e solide collaborazioni.-
Lo Gioco, oltre ad essere un Business Therapy nell’aiutare le aziende ad affrontare processi di cambiamento, è esperto di leadership emotiva.
Se teniamo un occhio costantemente rivolto al futuro possiamo immaginare come l’intelligenza artificiale finirà per sopperire al processo manuale ( ovvero di produzione) e alla parte logica (assistenza ai clienti e amministrativa).
Essi saranno sostituiti sempre più dalla tecnologia.
L’essere umano sarà invece colui che saprà occuparsi di relazioni, creatività, problem solving.
Queste skills che non saranno in grado di poter essere insite nelle macchine, saranno le grandi risorse di persone dotate di intelligenza emotiva e saranno le competenze sempre più richieste nel futuro.
– Vorrei cambiare la mentalità delle persone, far accettare l’inarrestabile cambiamento e valorizzare il capitale umano. Il mio modello imprenditoriale è stato senza dubbi Adriano Olivetti.- ci confida.
Attraverso lo studio del metodo Olivettiano, di quel suo modello visionario, quell’etica imprenditoriale e visione umana delle cose che nel corso degli anni ha saputo motivare più di 40.000 lavoratori è nata la passione per lo studio verso la leadership emotiva su cui oggi Samuel ha fondato una parte importante del suo lavoro.
Samuel Lo Gioco
formatore nei processi di cambiamento,
esperto in leadership emotiva,
fondatore dello Smart Working Day e dello Smart Workin Magazine.
https://www.samuellogioco.com/
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