La natura si ribella dice qualcuno. Oppure si sta riappropriando dei propri spazi come dice qualcun altro?
Cosa veramente invece sta cercando di comunicarci?
Ne abbiamo parlato con Emanuele Fior Naturalista, Educatore e Tecnico Ambientale, Tecnico Faunistico, Esperto GIS, Guida Ambientale Escursionistica laureato all’Università di Parma, appassionato di natura sin da piccolo.
Oggi ha la fortuna di svolgere un lavoro che lo appassiona e che riesce ogni volta a creare su di lui un effetto sorpresa dovuto, non solo alla natura stessa, ma anche alle competenze acquisite con il tempo, l’età, gli stati d’animo.
– Abbiamo scassinato i cicli della natura, mettendo dei bastoni tra gli ingranaggi, alterando ciò che è il normale equilibrio. Essa ha degli ecosistemi che gratuitamente ci crea ciò di cui abbiamo bisogno.
Ogni volta che facciamo un danno, diventa anche un danno economico perché poi dobbiamo ripararlo artificialmente e questo comporta costi.
Non ci rendiamo conto, quasi mai, che in mezzo a questi ingranaggi naturali che deterioriamo ci siamo anche noi.-
Siamo di fronte a quello che può essere un bivio, ci spiega Emanuele. Quando tutto passerà starà a noi far finta di niente o assumerci la maturità di porci il dubbio di qualcosa che dobbiamo migliorare.
Due sono le scene che si possono prospettare.
Quella del liberalismo sfrenato che con la scusa della crisi economica faccia sì che tutto può essere concesso e quindi il tema ambientale possa divenire solo una scusa.
L’altra strada percorribile, quella più auspicabile, è quella di comprendere che tutelando noi stessi in primis e non solo la terra possiamo salvarci.
La principale causa di estinzione di massa infatti è l’uomo.
Esso deve iniziare a capire che solo creando quel senso di responsabilità e di tutela, quell’approccio più lieve sulla terra può fare qualcosa di buono, salvare se stesso ad esempio.
In fondo non è così difficile, se non fosse per la paura che abbiamo del cambiamento.
Non possiamo sempre aspettare che siano gli altri a fare delle scelte che sono anche e soprattutto nostre perché facciamo parte di questo ecosistema.
Perché oggi ci accorgiamo del colore del cielo, degli animali che ci saltellano davanti?
-Un mese è troppo poco per capire gli effetti di questo stop. Di certo però è abbastanza per guardare con occhi diversi ciò che non abbiamo visto per tanto tempo, impegnati a guardare altrove.- replica.
L’uomo si accorge oggi della natura perché ne è privato.
Ci accorgiamo delle cose che contano solo quando ci mancano.
Ma che valore si può dare alla bellezza? Non c’è un valore che possiamo dare a ciò che ci circonda senza viverlo, senza respirarlo e sentirsene parte.
Ci siamo dimenticati di essere una parte importante dell’universo, ma non l’unica, perché ci siamo fatti prendere la mano.
Indubbiamente la sensibilità verso l’ambiente è migliorata, ma per amarla davvero la devi conoscere, la natura.
Solo ciò che ci ha toccato davvero dentro poi lo ascoltiamo.
Oggi viviamo una situazione estrema per cui è importante prendere consapevolezza del fatto che se creiamo quel senso di solidarietà, di comunità un po’ più vero e meno egoistico, se impariamo a capire il mondo, per come funziona o non funziona, e se questa consapevolezza pian piano la acquisiamo tutti, diventa più semplice creare un mondo migliore.
A volte questo incattivimento deriva da un allontanamento verso la natura che abbiamo smesso di conoscere e ascoltare.
Emanuele, tra le altre cose è una guida ambientale escursionistica.
I suoi viaggi, o le sue passeggiate, chiamiamole impropriamente così, sono dei momenti di incontro con la natura in generale. Ciò che egli trasmette non sono le competenze scientifiche, almeno non in modo didascalico.
Ciò che ama, come naturalista, è la visione complessiva dell’ambiente che gli permette di avere occhi per vedere ciò che si cerca ma anche il resto che è in aspettato. La bellezza si può trovare dappertutto, usando il lessico giusto indubbiamente, ma osservando il dettaglio delle cose, creando stupore e sorpresa.
Facendo innamorare le persone dei piccoli spettacoli che la natura ogni giorno ci riserva, perché solo amandole le cose tu le proteggi.
Oggi Emanuele passa il tempo a raccontare attraverso video e immagini la bellezza della natura, aiuta a guardare fuori ciò che ci circonda, a chi purtroppo chiuso in casa non può.
Lo fa non solo con la macchina fotografica di un naturalista prestato alla fotografia, come si definisce, ma anche con la scrittura che utilizza in maniera sapiente per offrire un punto di vista diverso, cercando di immedesimarsi in ciò che vede.
-La natura ci sorprende e ci dà quel senso di infinito e di vertigine che puoi provare non solo guardando il cielo, ma anche sdraiandoti su un semplice prato. Ha qualcosa di scientifico e poetico.
In natura si sta bene e la bellezza di ciò che ci circonda non ha prezzo.- conclude.
Ma ciò che Emanuele trasmette lo senti mentre parla, lo senti quando parliamo dei lupi ad esempio, con cui, dice, c’è un rapporto particolare perché sorprendentemente simile all’uomo. Come l’uomo questa specie è intelligente, vive in famiglia, ha bisogno della sua casa, esce per procurare cibo ai cuccioli.
Ma quando lo guardi negli occhi, beh quegli occhi ti catturano. E tutto diventa mistero e poesia.
Parlando ti avvicina così tanto alla bellezza della natura, ti crea dentro quello stupore e quella voglia di osservare con occhi nuovi, di capire: il bello è che ti fa pensare che è tutto ciò che tu avevi solo dimenticato di guardare.
E’ così che ci si innamora di un fiore o di una farfalla? Con lo stupore della prima volta?
Emanuele Fior
Naturalista, Guida Ambientale escursionistica
emanuelefior81@gmail.com
https://emanuelefior.yolasite.com
Comment here