“Fai il lavoro che ami e non lavorerai un solo giorno”. Deve averlo preso proprio in parola questo detto Giampaolo Carli, tatuatore di sneakers trasformando la sua passione in un vero lavoro.
La cosa bella di questo lavoro, ci racconta Giampaolo, è il poter entrare a contatto con le emozioni dei suoi clienti, scoprendo e ascoltando i loro racconti, le loro passioni attraverso il contatto diretto. Questo gli permette di rendere ogni modello altamente personale e originale, essendo ogni persona unica al mondo.
Ecco ciò che si prova indossando una sneakers tatuata: l’emozione di sentirsi unico, originale, esclusivo.
La passione di Giampaolo cresce negli anni sebbene si dice di lui che sia nato con la matita in mano. Indubbiamente il lavoro di orafo lo ha aiutato a scoprire l’arte astratta, negli anni divenuto strumento di sfogo alle vicissitudini di una vita non facile.
Dipingere su una tela, un canovaccio, un pezzo di legno, diventa, tra alti e bassi, il suo modo di parlare al mondo e raccontare le cose che ha dentro. La sua ispirazione è tratta da ogni cosa, che sia un paesaggio, un volto, un pensiero.
A incoraggiarlo in questo percorso il suo amico, Luca Paolorossi, nome già conosciuto e apprezzato nella moda, che gli ha dato la grinta e la spinta necessaria per lanciarsi in questo lavoro indubbiamente innovativo.
L’ispirazione, che negli anni è cresciuta e tratta da un’intensa osservazione del mondo che lo circonda, prende spunto non solo dall’unione di linee, forme e colori riportati sulle sneakers, rendendo le opere di Carli non un’opera dalla forma significante, come direbbe il saggista Clive Bell, ma un’opera unica che lo rende un vero e proprio artista piuttosto che un artigiano.
Cosa differenzia quindi un artigiano da un artista?
Indubbiamente, come spiega il filosofo Robin Collingwood, l’artigiano è un “tecnico” che si appresta a realizzare un prodotto che ha già in mente, l’artista al contrario utilizza come materiale grezzo le emozioni che riporta, come ci suggerisce Giampaolo stesso, su una “scarpa bianca” in cui dapprima riversa un sentimento vago che prende coscienza man mano che crea.
Una chiave forse un po’ romantica di quello che è il prodotto finito ma che, agli occhi di chi lo apprezza appare.
In questi ghirigori, come egli definisce i suoi tatuaggi, c’è l’estratto dell’esistenza di un artista che attraverso il dolore si è formato e ha trovato un punto di rinascita, dove in ogni disegno c’è una parte di lui che vive, balla, piange e ride…
Un lavoro dunque che non è un lavoro ma un modo di vivere e sentire, un sogno in un cassetto che sembra essersi aperto da solo e aver dato grandi soddisfazioni.
Ma cosa sogna davvero Giampaolo Carli?
In parte il sogno si sta avverando perché, insieme ai suoi soci Morris Giuliani e Michele Taddei, crescono le collaborazioni con grandi aziende nel settore moda, in cui il marchio FMG Group si sta facendo spazio.
Il segreto del suo successo quindi sembrerebbe essere la capacità di ascoltare e ascoltarsi e riportare su questa stravagante tela bianca un intreccio di forme e colori che esplodono in emozioni che hanno voglia di essere indossate, il tutto rigorosamente prodotto a mano libera e, oseremmo dire, a cuore aperto.
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