“C’è una teoria antica che dice che la vita sia composta da dodici stanze. Sono le dodici in cui lasceremo qualcosa di noi, che ci ricorderanno. Dodici sono le stanze che ricorderemo quando passeremo l’ultima. Nessuno può ricordare la prima stanza perché quando nasciamo non vediamo, ma pare che questo accada nell’ultima che raggiungeremo “.
Nasce da qui, da queste parole il suo doppio album” the 12th Room” dove dentro c’è tutta la sua vita.
Il maestro Ezio Bosso che ha fatto sognare ed emozionare il Paese con le sue note e la sua forza, arrivato alla dodicesima troppo presto, ci lascia.
Lascia attoniti i suoi fans e tutto il mondo della musica.
Aveva solo 48 anni ma da tanto combatteva con una malattia neurovegetativa. Trovava nella musica la sua terapia, e insieme a lui sono certa abbia curato le anime di molti che lo seguivano.
Compositore per caso come amava definirsi, raggiunge il massimo successo dopo l’esibizione a Sanremo nel 2016.
Da lì un crescendo nella sua carriera che ha vissuto con tutta la passione di cui era capace fino a settembre scorso in cui ha annunciato che non sarebbe più riuscito a mettersi al piano.
Uomo timido e riservato aveva riversato nella musica tutte le sue emozioni e forse proprio per questo era tanto amato.
Il suo sogno dopo questi mesi di lock down era riabbracciare le persone che amava, i suoi amici che avevano un posto speciale per lui.
Non possiamo non parlare di Ezio Bosso senza parlare di cuore, amore e anima, quell’anima che con la sua semplicità sapeva sempre toccare.
Sono convinta però che, ora più che mai, in questo triste momento, a parlare per lui possa essere soltanto lui e la sua musica.
Quelle dodici stanze….
E ogni sua composizione…
E se chiedi a chi Ezio Bosso lo ama da sempre cosa rappresenta per lui, ti risponde semplicemente così “È sognare”.
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