Love Ghost – è uscito “Pink Car”

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Love Ghost – è uscito “Pink Car”

Languido, come l’olio che cade e ci lascia inermi ad osservare la massa liquida che si espande sul pavimento, il nuovo singolo dei Love Ghost ci lascia in uno stato d’animo particolare, tra il basito e lo sconfortato. Le note preziose ci scorrono davanti. Pietrificati dall’opera di pulizia che dovremo affrontare nella nostra anima, la lunga sequenza di note raggiunge i nostri piedi, abbraccia le nostre caviglie e finisce con avvolgerci in uno stato sospeso.

“Pink car” è una lenta epifania. Un telo cerato che man mano scivola sulla carrozzeria e svela le linee sinuose di “un’auto” che ha conosciuto giorni migliori. Probabilmente si parla di un amore finito, ma se ne parla come di un feticcio iconografico: una macchina rosa, per l’appunto. Impossibile non andare ad Elvis con la mente, ai suoi ultimi giorni da star del rock e del cinema. La sua Cadillac rosa, a contrastare quell’immagine in disfacimento, è per tutti l’oggetto del desiderio, quel Graal che tutti vorrebbero possedere. Come gli unicorni, le fate, i fortunadraghi…

Ancora una volta, la voce di Finnegan Bell è perfetta per questo genere di composizioni. Eterea si libra come il riverbero di qualcosa che è stato. I ragazzi della band (Ryan Stevens al basso, Daniel Alcala alla chitarra, Samson Young alla batteria e Cory Batchler ai synth) lavorano benissimo, seguendo l’unico dogma che dovrebbe seguirsi in una band: far risaltare la voce. Ed in questo singolo, dimostrano quanto sono bravi nel farlo. Nessuno sciocco protagonismo, nessuna concessione al superfluo. Tutto è dove dovrebbe essere.

Una malinconia possente si leva da questa canzone. Come in un rito ancestrale, tutta la tristezza sale al cielo. Il fuoco crepita al centro di un ideale cerchio fatto di persone che si raccontano. Il racconto diventa preghiera, magia per guarire la pelle da ciò che l’ha ferita. Siamo vicini all’espiazione di un peccato grave.

Come un ectoplasma, la “macchina rosa” ci sfila davanti. Rimaniamo attoniti. La sua inconsistenza ci spaventa, ma il ricordo ci restituisce un sobrio calore. Elvis, dove sei finito?

Link per lo streaming su Spotify:

https://open.spotify.com/album/3AqLeBzVd28qNYoIPjZlOm

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