La band, nata nel 2021, si propone con un‘essenziale formula a duo, con l’idea di dare una propria rilettura personale del genere chitarristicamente stratificato per eccellenza, lo shoegaze, con i soli utilizzi del basso, supportato dall’effettistica, e della batteria, affiancata da uno strumento denso di risonanze e riverberi come l’handpan. Il tutto per raggiungere un sound allo stesso tempo denso ma diretto, così come saturo, ma nitido nella sua semplicità.
Benvenuti! Grazie per essere qui con noi. Potreste iniziare parlando di “LTG”, il vostro primo album? Quali sono i temi principali che avete scelto di esplorare in questo lavoro?
Grazie, il piacere è nostro!
Dal punto di vista testuale, abbiamo voluto trasmettere in primis le sensazioni che si provano durante un viaggio verso l’ignoto fuori dalla nostra comfort-zone, fra momenti caotici dove è impossibile trovare una meta o vedere uno spiraglio, squarci di luce, oasi di pace, pause improvvise che però a volte si rivelano un’illusione, insomma tanti mondi e paesaggi diversi dove testi e musica vanno a braccetto e dove crediamo in tanti si possano ritrovare.
Per elevare il concetto di viaggio e lasciarlo libero all’interpretazione di ognuno di noi, abbiamo utilizzato soprattutto metafore e immagini riguardanti gli oggetti celesti e l’osservazione del cielo, tutto proveniente dalla nostra primordiale passione per l’astronomia. Quindi tanto spazio, tante strade aperte e immense, ma soprattutto una sensazione di grande vitalità che speriamo di essere riusciti a trasmettere.
Anche dal punto di vista musicale abbiamo seguito il tema del viaggio, con paesaggi sonori diversi, anche nello stesso brano, sottolineati da un suono a tratti aggressivo e a tratti riflessivo.
La costante che abbiamo cercato di tenere in tutte le tracce, è quella di avere un suono il più profondo possibile, con la voce sempre tenuta un passo indietro, come se si fosse appunto in viaggio in enormi spazi inesplorati a contemplare quello che ci succede intorno.
C’è una canzone in “LTG” che credete catturi in modo particolare l’essenza principale dell’album?
Forse Senza Nome (Sole). Dentro ci sono un po’ tutte le nostre anime, e crediamo sia il brano dove emergono maggiormente gli ascolti che ci hanno formato. Inoltre ci rispecchiamo in particolar modo nel testo, e dal vivo è un brano che funziona bene. Non a caso la sua collocazione è più o meno a metà della tracklist, ed è introdotto da una traccia introduttiva strumentale dal titolo “Senza Nome” per metterlo in risalto.
Oltre alla musica, ci sono altre forme d’arte che hanno influenzato l’atmosfera di “LTG”?
L’astronomia come detto è una delle principali influenze del disco, e le immagini provenienti dallo spazio profondo non possono che essere accostate ad una vera e propria opera d’arte. L’astronomia è una passione che io (Luca) ho fin da bambino, l’ho sempre vista come un momento tutto mio, in grado di farmi staccare dalla realtà quotidiana, catapultandomi in un mondo talmente vasto da farmi sentire libero, nuotando in un’oasi di pace in mezzo ad un vero e proprio flusso di pensieri, che è una condizione che sicuramente mi ha portato al mood giusto per comporre il disco.
Il mio legame con l’astronomia si materializza nei testi tramite immagini o metafore che vogliono rappresentare qualcosa di più profondo del mio vissuto, o sensazioni che voglio comunicare, e tutto questo credo si senta in tutte le tracce dell’album.
Nel creare “LTG”, ci sono stati particolari stili musicali o tecniche di produzione che avete voluto introdurre o esplorare per la prima volta?
Una particolarità distintiva è sicuramente la nostra formazione, a due, con il solo basso affiancato dalla batteria. Per riuscire a creare il nostro suono, fatto di loop e stratificazioni, abbiamo ovviamente fatto un largo uso dell’effettistica, in primis per trasformare il suono del basso, che suona contemporaneamente da basso e da chitarra, ma anche per dare ulteriore profondità ad uno strumento denso di risonanze e riverberi come l’handpan. L’approccio è stato dunque tipicamente shoegaze, pur avendo una formazione così minimale, e questo speriamo risulti essere una nostra peculiarità.
Infine, riguardo i piani futuri, avete organizzato un tour per promuovere “LTG”? Se sì, quali città o luoghi avranno l’opportunità di ospitarvi per i concerti?
Certamente, stiamo fissando le prime date di presentazione dell’album, a partire dall’Emilia Romagna, la nostra regione. Più avanti sicuramente ci saranno anche date nel sud Italia e un tour più strutturato. Speriamo ovviamente di poter portare il nostro live ovunque.
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