Il film “Affittasi Vita” vincitore del Festival del Cinema Patologico 2020

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Il film “Affittasi Vita” vincitore del Festival del Cinema Patologico 2020

Il cinema non si ferma, nonostante l’emergenza Covid-19.

Ecco perché il Festival del Cinema Patologico, riorganizzato in versione web, si è comunque regolarmente svolto e ha premiato il film “Affittasi Vita”, sia per la sceneggiatura, sia come miglior lungometraggio.
Una gioia immensa per il regista, Stefano Usardi, per tutta la produzione, ma anche e soprattutto per Massimiliano Varrese e Valentina Melis, una coppia di attori straordinari, uniti in questo caso nel lavoro, e uniti anche nella vita.

La giuria del Festival del Cinema Patologico era composta dagli attori diversamente abili della Compagnia Stabile del Teatro Patologico e dagli allievi del primo Corso Universitario di “Teatro Integrato dell’Emozione”,

“Devo dire che in un periodo come questo, in cui la quarantena ha distolto la mia attenzione da quello che è il mio mestiere – ha raccontato emozionato Massimiliano Varrese – è stata una grande notizia ma anche e soprattutto una grande soddisfazione personale. Grazie al regista che mi ha concesso la totale facoltà di improvvisare quasi tutto il film. E io ho potuto sperimentare il mio personale metodo del training olistico totale. Poi altra grande soddisfazione è quella di aver recitato per la prima insieme a Valentina. Un’esperienza incredibile”.

La Trama di “Affittasi Vita”:

Michele sta cercando di terminare un dipinto dal quale dipende il suo futuro di pittore. La compagna, non contenta di come stanno andando le cose, decide di mandarlo via di casa per dargli una scossa. Abbandonato a se stesso riuscirà a trovare un piccolo appartamento in affitto con dei vicini molto particolari. Tra di loro c’è Boban, un venditore di bare usate; Andrea, una pittrice di cui non si capisce l’identità; Rosalia, una signora che sta cercando in tutti i modi di far uscire dall’ospedale psichiatrico la figlia adottiva. Inoltre, a complicare ulteriormente le cose, tornerà, dall’ibernazione di cinque anni, il vero padre di Laura, la ragazza in ospedale. Completamente in balia delle situazioni Michele è costretto a cambiare carattere e visione del mondo.

La redazione – Comunicato

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