The New Journey – il grande viaggio di Alberto Fabbris

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The New Journey – il grande viaggio di Alberto Fabbris

Non siamo sulle polverose strade del centro degli USA e nemmeno sulla Route 66. E Alberto Fabbris non è sicuramente nato negli anni ’70, quando il mondo è stato investito da un profondo desiderio di libertà e viaggio. Ma siamo in Piemonte e questo giovane cantautore nel disco The New Journey sembra collocarsi sulla stessa scia di uno stato d’animo del tutto estraneo ad i nostri tempi.

Attivo nelle zone del Lago Maggiore dai primi anni 90’, milita inizialmente in come i FLC, i MezzaKiara, i Raving Mad (con questi ultimi esordisce anche come cantate) proponendo un repertorio rock anni ’60-’70. Presto abbandona le cover band e si dedica a brani originali, dei quali cura testo e musica, e lavorando con i Bonies and Hot Sausages. Nel 2013 registra in presa diretta, con questa band, l’Ep Ancient Jar. Dal 2010 la chitarra acustica ed il banjo diventano i suoni compagni principali, con i quali lavora moltissimo in giro per il mondo. La chitarra elettrica non sarà, comunque, mai abbandonata. Parallelamente alla carriera solista fonda con il fratello Daniele (percussioni e chitarra) e Gabriele Cerutti (contrabbasso e mandolino) il gruppo Los Fab Bros, che propone cover in stile country e blues grass. Nel 2016 suona nel disco di L’inverno è passato di Massimiliano Cremona.

The New Journey è il suo album di debutto. I due singoli, Desert Town e Ancient Jar, ci fanno assaporare suoni ed atmosfere che si esplicano maggiormente del full lenght. Nel primo, il country si unisce alla grande psichedelia americana di fine anni ’60 in un brano personalissimo, ben arrangiato e suggestivo, con chitarra acustica resofonica, con accompagnamento del banjo e di slide guitar; nel secondo, la registrazione in presa diretta risalente al 2013 viene riarrangiata con arpeggi, Fingerpicking , slide e tutto ciò che la chitarra resofonica può produrre. La sua splendida voce, con un colorito tra Eddie Vedder e Bruce Springsteen, parla direttamente al cuore degli ascoltatori.

Analizziamo le altre sette tracce del disco: gli accordi iniziali di I Am the Wind sono alquanto epici. Si avverte l’influenza di Neil Young, di un certo Southern rock, l’apparente semplicità non nasconde soluzioni armoniche molto interessanti (ad esempio il cambio di tonalità a 3:07). New Journey ci fa viaggiare sulle strade americane con lo slide, con la sua atmosfera da strada al crepuscolo. È un brano country composto da splendide chitarre sovrapposte, che sembrano forzare il brano in varie direzioni possibili. Protagonista è, comunque, la splendida voce di Alberto.

Big River è una traccia che difficilmente si dimentica. Il banjo, con il suo tema, accompagna un brano abbastanza lento. La voce raggiunge vette molto elevate, il brano esprime un senso di nostalgia, la ricerca di una dimensione ormai arcana, nonché è un tentativo di riportare in auge storie dimenticate. Shaman ha un che di funebre, gli accordi sono tanto martellanti quanto profondi. Interessante anche l’assolo, che risente del tipico sound anni ’70.

In A Walk on the Rainbow il blues, il country, il rock and roll si uniscono per creare un brano veloce, che sbatte In faccia all’ascoltatore musica senza mezzi termini. Western Star ricorda Joni Mitchell e si muove sulle stesse corde nostalgiche e mistiche. Ma in questo robusto brano, sullo sfondo ci sono i Pearl Jam di Vitalogy e di No Code, c’è Eddie Vadder solista. To the Sun è tra Bob Dylan e i REM e nel ritornello esprime una coralità abbastanza rara nelle altre tracce del disco.

La grande musica americana trova nuova linfa nei suoni di The New Journey. In linea con la poetica che è alla base di Desert Town, dopo aver ascoltato l’album si ha l’impressione che alcuni artisti, come Alberto Fabbris, abbiano la missioni di riscoprire ciò che sembra perduto per sempre, ma che grazie a loro vive. Si tratta, appunto, del grande rock, che rivive perfettamente in questo disco, e che si unisce al country, alla psichedelia e al folk in un’opera di rara bellezza, attraverso una commistione abbastanza rara nel panorama musicale attuale, capace di parlare non solo ai nostalgici della Musica, ma a chi, nel 2023, ha ancora voglia di viaggiare in modo diverso, nel modo in cui si faceva un tempo.

Link Spotify: https://open.spotify.com/album/4CUSgImpZ6jhsrDcmSvXHk

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