Teo gfo ed il ritorno Dal sottosuolo: la ricerca di una rinascita… in salsa sudamericana

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Teo gfo ed il ritorno Dal sottosuolo: la ricerca di una rinascita… in salsa sudamericana

Dopo Matrioska, Gente che corre e Lacrime, La città del Sole, ovvero il disco, ancora in preparazione, del cantautore Teo Gfo vede compiere il settimo capitolo, ovvero il settimo singolo, dal quale però tutto è iniziato: all’inizio del brano il cantautore afferma di essere risalito “dal sottosuolo per innalzare la città del sole”. Sicuramente, quindi, la poetica alla quale questo autore ci ha abituato deve essere stata concepita molto tempo addietro, esattamente come questo brano, che potrebbe essere il tassello mancante di un percorso iniziato con Baby (una storia d’amore finita) passato poi a Fiori (un gradito omaggio floreale con fisarmonica francese e chitarra acustica), quindi a Colore Mancante (un dichiarazione d’amore con un testo lungo) e Matrioska (una ballad contemplativa e psichedelica), e poi Lacrime. Un autore, Teo Gfo, che abbiamo imparato a conoscere in profondità: schiettezza, semplicità, libertà espressiva si uniscono sempre in una musica diretta, in un linguaggio preciso, che spara in faccia verità senza mezzi termini.

Dal sottosuolo, disponibile dal 17 giugno sulle più importanti piattaforme di audio streaming, è la canzone, quindi, della rinascita: il cantautore non è un profeta che ha ascoltato un messaggio di gioia dal cielo, ma un poeta metropolitano, che emerge, appunto, dal sottosuolo per edificare un’utopia di gioia, che da lui è chiamata proprio con lo stesso nome usato da Tommaso Campanella. Quindi bisogna cantare, esprimere gioia, trasformare le storie tristi in storie belle: non sappiamo cosa accadrà domani, anche a lui è capitato di stare chiuso in casa per giorni (probabile riferimento alla pandemia), perciò ha deciso di scrivere canzoni e di cantarle.

Qualcuno, in epoca rinascimentale diceva del doman non c’è certezza…

Come sempre il messaggio è vincolato mediante suoni etnici, che ci riportano a paesi più o meno lontani. Nel brano c’è, nel ritornello, un tema affidato alla tromba, che suona in modo molto sudamericano. Originale è la presenza di un chorus tutto strumentale, preceduto dal bridge cantato. L’effetto è davvero molto esotico. Qua e là compaiono brevi frasi di chitarra elettrica. La voce con autotune è sempre sostenuta dalla chitarra acustica.

L’arrangiamento del brano è ancora una volta di Marco Taurisano, il master è di Carmelo Avanzato. La tromba è suonata da Edoardo Impedovo, la copertina, ancora in stile Bansky, è di Giuseppe Loller.

Siamo abituati alla semplicità di Teo gfo, che parla al cuore dell’ascoltatore. E questa è la sua originalità, questo è il suo punto di forza, che ci auguriamo di riscoprire in tutte le tracce di La città del Sole.

Link dello streaming:
https://www.youtube.com/watch?v=j9c7gGWQuRw

Web links:

https://www.instagram.com/teo_gfo/

https://www.youtube.com/channel/UCJoc2AIvqHcRGT5fmWWDAKg?sub_confirmation=1

https://www.facebook.com/gu.fo.146

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