La decadenza della realtà contemporanea spesso ha portato band e artisti a rifugiarsi nelle emozioni attraverso un linguaggio semplice: consci che la musica ha oramai poco da dire, a loro volta hanno detto realmente poco. Diametralmente opposta è la visione del reale degli Hati & Skoll, per i quali la difficile sfida esistenziale si vince attraverso una trama sonora complessissima, ricca di successioni complicate, estremamente energica, nella quale il disagio ha la sua catarsi. La miscela sonora che caratterizza il loro album, Primitiva, disponibile sui migliori digital store, risente di influenze progressive, trash, nu metal amalgamate splendidamente in un quadro originale.
E pensare che il disco precedente, One More Time Maestro, risale al 2009. Il chitarrista Emanuele Mazza ha creato la band, che nel nome costituisce un tributo alla mitologia norrena, ma già dopo il primo album la formazione è cambiata con l’ingresso di Valerio del Bravo (batteria), Vanessa Caracciolo (voce). Con una nuova formazione la band si esibisce in locali e festival come Emergenza Rock nel 2016, il Sinistro Fest nel 2018 e al Padiglione 14 di Torino. Nel 2022 c’è l’ingresso di Ciro dell’Osimo (basso) e la partecipazione a Sanremo rock.
Primitiva propone 12 tracce, battaglie epiche contro la difficoltà del vivere quotidiano, nelle quali esplodono contrastanti stati d’animo, speranze, illusioni. La prima traccia, Incanto, è un brano trash-industrial-nu metal, caratterizzato dai ritmi serrati di chitarra elettrica, evidenti sin dall’inizio, che cedono spazio, a volte, a sonorità più distese e melodiche. Viene spontaneo il confronto con band trash metal americane, soprattutto in riferimento alle sonorità di chitarra, ma il contesto è comunque più melodico. Mistika procede sulle stesse corde, sin dall’inizio siamo colpiti dall’uso del doppio pedale, dai tempi dispari, dal ritmo serrato. Tuttavia, ben presto il brano vira verso una dimensione più mesta, a tratti goticheggiante. I synths emergono in tutti i loro colori, la voce evoca sfide epiche, e conferisce al brano la giusta dimensione. Brano estremamente complesso e duttile, è un ottimo concentrato di potenza ed emozioni.
Le prime note di Primitiva ci portano nella New Wave anni 80, con tanto di percussioni elettroniche, ma attorno a 0:40 un’esplosione strumentale successiva anticipa il ritornello. La prima strofa è, invece, come l’intro, piena di sonorità elettroniche. Su un tappeto di synths si innestano molte strutture dominate da chitarra e batteria (splendida). Un breve interludio acustico, sempre accompagnato dall’ottima voce, cede il passo al finale. Probabilmente si tratta del brano più articolato e dell’intero album. Distrattamente, autentico inno alla Musica (nemica della noia e che non fa impazzire) propone gli stessi elementi del brano precedente in una veste più tragica. Vale la pena di evidenziare l’assolo apocalittico, su un tappeto di percussioni e synths a 3:05 circa. È da brividi.
La notte è il brano più melodico dell’album: qui scompaiono i ritmi serrati, i tempi dispari per un brano più melodico, che risente di un certo prog-metal. La dicotomia tra cavalcate sonore e parti più distese si interrompe con lo splendido interludio a 3:15, che lascia posto all’assolo. In Verità i synths sono quasi assenti e ciò conferisce al brano il carattere spigoloso ed aggressivo. In questo brano la voce da prova di notevoli capacità interpretative e si lancia in graffianti acuti di estrema difficoltà. Il brano si chiude con due assoli e con splendidi vocalizzi. Le prime note di Sconfinata Rabbia costituiscono il momento di preparazione alla lotta: l’interessantissimo riff di chitarra, su un tappeto di synths, crea un epico mosaico sonoro. Successivamente possiamo ascoltare un pizzicato di archi. L’esplosione avviene attorno ai 2:20, ed i suoni diventano più granitici. Vele è un brano tra NWOBHM e hard rock, pieno di tecnicismi, interessanti intrecci di chitarra e synth, Lasciapassare ci colpisce per il suo inizio lugubre e gotico e per gli squarci oscuri che scandiscono il possente muro sonoro. C’è un’interessantissima sezione strumentale tra 2:30 e 3:30. Manifestazione è una marcia caratterizzata da ritmi irregolari determinati dal palm muting di chitarra e dai colpi sui tom che diventa una rapida cavalcata nu metal, condita di un bell’assolo alla fine del terzo minuto. Wild e The End sono gli unici due brani cantati in inglese, lingua che la band ha abbandonato in seguito all’uscita del primo album…
In questo disco c’è tutto ciò che serve alla musica contemporanea: innovative soluzioni compositive, arditi tecnicismi, improvvisi squarci emotivi, splendide voci, ma soprattutto sonorità che dalla storia del metal degli ultimi 30 anni si sposano con il progressive. Con Primitiva, gli Hati & Skoll ci regalano una delle migliori rappresentazioni della contemporanea e difficile lotta per l’esistenza, e lo fanno in modo originale, attraverso la grande musica.
Link Spotify: https://open.spotify.com/intl-it/album/3rkLsBEhM7A6jF5d5xwBrR
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