“Ho sempre saputo – disse Freddie Mercury – di essere una star. Ora tutto il mondo è d’accordo con me”.
L’icona del rock era cosciente di avere una marcia in più rispetto agli altri, e nonostante il suo ego smisurato di essere un artista fuori dal normale, di quelli che nascono chissà ogni quanto tempo.
L’intero pianeta gli ha dato poi ragione e continua a farlo rendendogli omaggio. Ha lasciato un solco profondo in tutti gli amanti della sua musica ed è impossibile pensare ai Queen senza Freddie, perchè era lui quel valore aggiunto all’interno di una fantastica band.
“BOHEMIAN RHAPSODY” è il film prodotto dal regista statunitense Bryan Jay Singer uscito nelle sale cinematografiche italiane il 29 novembre 2018, dopo l’anteprima assoluta in onda il 23 ottobre alla Wembley Arena.
Una produzione cinematografica tanto vista quanto criticata sia dai fan dei Queen che dagli addetti ai lavori nella quale si ripercorre, a dire la verità a tratti in modo distorto, la storia dei primi quindici anni della famosa band, dalla sua formazione nel 1970 al Live Aid del 1985 (evento di raccolta fondi per la carestia etiope) con il quale si conclude il film.
Si è rivelato un concerto da record nell’intera epoca del rock.
E’ stato trasmesso in moltissimi Paesi e si è tenuto contemporaneamente al Wembley Stadium di Londra ed al Kennedy Stadium di Philadelphia.
Il film che ha come protagonista principale l’istrionico artista ha riscosso un gran successo e meritato ben quattro Oscar tra i quali quello di “miglior attore”.
Ad aggiudicarselo è stato Rami Malek che commosso ha detto “Questo è per te, Freddie Mercury. Ti amo”.
Il progetto era stato annunciato nel 2010 da Brian May storico chitarrista della band. Ci sono stati poi dei cambi di programma nel cast fino all’inizio delle riprese nel 2017.
“BOHEMIAN RHAPSODY, DIETRO LE QUINTE” è invece l’interessante libro ufficiale del film nel quale Owen Williams ha illustrato tutti i diversi aspetti della pellicola cinematografica suddividendoli in capitoli, dal cast al trucco passando per i costumi.
L’Italia, Paese storicamente conosciuto in tutto il mondo come quello del “Belcanto” non poteva non omaggiare Freddie Mercury. “Ad uno straordinario musicista, ad un poeta abbiamo deciso di intitolare una strada ad Ozzano dell’Emilia – ha detto il sindaco Luca Lelli in un post su Facebook – Vorrei aprire un dibattito su quale fosse la nazionalità di Freddie, su quale bandiera avesse la sua musica e quale confine essa non riesca a superare”.
Non è l’unico comune, anche Rosselle in provincia di Grosseto e Monterosi nel viterbese hanno dedicato una via ad uno dei più grandi artisti del secolo scorso. (fonte Google Maps).
In una colorata ed affascinante Londra non poteva mancare all’appello una via dedicata all’amatissimo frontman dei Queen.
Si chiama “FREDDIE MERCURY CLOSE” e si trova nel quartiere di Feltham, sobborgo a sud-ovest della città vicino all’aeroporto di Heathrow, dove il rocker si trasferì nel 1964, a soli 18 anni con la famiglia, in seguito allo scoppio della rivoluzione di Zanzibar, suo Paese natale.
La nuova strada privata e senza uscita è una parte della Hanworth Road, una scelta mirata visto che lì si trova la sede della World Zoroastrian Organization (Organizzazione Mondiale dello Zoroastrismo) edificio in cui Freddie Mercury (all’anagrafe Farrokh Bulsara) praticava da giovane la religione di Zaratustra.
La leggenda della musica rock, scomparsa nel novembre del 1991 a causa di una broncopolmonite aggravata da complicazioni dovute all’AIDS, abitava al numero 22 di Gladstone Avenue con la sua famiglia, poco distante da questo luogo.
Lì venne posta nel 2016 una targa blu in sua memoria svelata da May, chitarrista della band britannica. Kashmira Bulsara (Cooke) sorella dell’eccentrico artista, lo scorso 24 febbraio era presente alla cerimonia d’inaugurazione.
Un altro luogo della capitale inglese si aggiunge quindi nel cuore dei tantissimi fan di Freddie.
Nell’aprile 2020 dovrebbe uscire “I WANT IT ALL!”, un immenso fotolibro a colori che ha richiesto 12 anni di lavoro da parte dell’archivista Greg Brooks focalizzato sull’era dei Queen con la star del rock.
Si basa sulla preziosa collezione personale di Brian May.
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