Rinofiller, tutto ciò che serve sapere: risponde il dottor Luca Grassetti

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Rinofiller, tutto ciò che serve sapere: risponde il dottor Luca Grassetti

Il Dottor Luca Grassetti, Chirurgo Plastico ad Ancona e “mago del Rinofiller”, ovvero del rimodellamento non chirurgico del naso, risponde ad alcune domande che si pensa siano stupide, ma in verità non lo sono affatto. Il tutto per cercare di far chiarezza sulla questione ‘Rinofiller’.

 

Dovrò farlo per tutta la vita?
“La domanda da farsi è: dovrò tagliare i capelli e la barba tuta la vita? Anche le unghie? E la depilazione non è definitiva? Eppure sono gesti che continuiamo a fare con una regolarità e ricorrenza impressionanti: sono diventati un’abitudine, un momento anche di relax, un premio per noi stessi. Col Rinofiller le cose vanno ahimè molto meglio. Infatti è stato dimostrato che l’acido ialuronico induce la neocollagensi e che l’acido ialuronico a forza di farlo in parte si integra nel tessuto. Inoltre la pelle che perde la memoria di dove stava prima, tende a mentenere la nuova forma nel tempo. Di fatti il secondo rinofiller è visivamente più bello del primo.

Pensate, per enfatizzare ai massimi livelli, alla pelle della pancia o del seno dopo una gravidanza: tornano completamente come prima? Difficilmente dopo molteplici gravidanze.

Parimenti il Rinofiller, col tempo gli intervalli temporali tenderanno fisiologicamente ad allungarsi sempre di più, come se i peli a forza di tagliarli si indebolissero così tanto da non vedersi più, le unghie non crescessero più, ed i capelli non si allungassero più: che vita sarebbe?”.

 

 

Fa male?
“Fa più male l’anestesia del dentista o il tatuaggio? Un prelievo di sangue o un piercing?

Se avete scelto la prima opzione sappiate che risponde così il 75% delle persone perché associano la malattia alla prima opzione, mentre sensazioni di benessere immediato alla seconda opzione.

Il dolore è una sensazione soggettiva, data dalla stimolazione periferica e dalla percezione centrale. Non a caso gli antidolorifici agiscono su una, sull’altra o su entrambe le vie.

La maggior parte dei miei pazienti riferisce “un’attesa del dolore da Rinofiller spropositata rispetto a quello che poi è stato realmente”. In una scala da 1 a 10 riferiscono complessivamente tra 2 e 5. Un atteggiamento difensivo alla puntura dell’ago fa percepire molto più dolore, rispetto a chi invece si lascia pungere abbassando le difese.

Se infatti mentre mi pungi contraggo i muscoli o mi sposto, come ci suggerirebbe di fare lo scimpanzé che abbiamo nella nostra testa, percepirò dolore. Se invece ragioniamo un istante e ci diciamo: ho scelto io di farlo? Quanto mi costa? Quanto ho atteso per farlo? Quanta strada ho fatto per farlo? Come mi vedrò dopo? Come cambierà la mia vita dopo? A questo punto ci chiediamo: Perché non godersi il Rinofiller, perché non accogliere l’ago con desiderio, nella consapevolezza che dopo alcuni istanti la magia sarà compiuta?

La maggior parte dei problemi sono nella nostra testa, nel come li percepiamo, non per come sono realmente. A me piace tanto condurre il paziente in questo percorso di consapevolezza del Rinofiller e nell’associarlo ad un’esperienza piacevole sia da vivere che da ricordare”.

 

Cambia la respirazione col Rinofiller?

“Sebbene ancora non ci siano studi randomizzati in merito, l’esperienza sui pazienti dice che il flusso aereo che si incanala attraverso le narici aumenta. Avete mai provato i cerotti che tendono ad allargare le narici di notte, ovvero ad aprire la valvola nasale? Avete mai provato a sollevare con un dito la punta del naso e tirare un bel respiro? La sensazione è simile. Ovviamente il Rinofiller non libera una cavità nasale occupata da una scoliosi del setto nasale o dalla mucosa ipertrofica di un turbinato, tuttavia la sensazione di respirare con più facilità mi viene spesso riferita”.

 

 

 

Take home message: Vero è che la Medicina non è una scienza esatta e la variabilità individuale può portare a risultati diversi nella durata e nella percezione.

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