Se dovessi definire il primo ep dei Joshua Thriller con una sola parola, questa sarebbe indubitabilmente: eterogeneità. La band nata da genio “scomposto” del polistrumentista catanese Giorgio Indaco (basso, batteria, sinth, chitarra), partita dapprima come una tramoggia di collaborazioni e recentemente cristallizzatasi in vera e propria band, propone infatti cinque brani che risulterebbero facilmente dei masterpiece in cinque diversi Ep di cinque diverse bands.
Infatti, forse l’unico e vero problema, potrebbe essere una coerenza di genere che in questo lavoro, intitolato “Milkshake”, fatichiamo a ritrovare. Si potrebbe tirare in ballo Zappa, ma non lo faremo, perché in fondo già nel titolo é presente un coerentissimo manifesto d’intenti. Shakerare tutto: funk, polivoci beatlesiane, disco anni 70, assoli di derivazione metal in brani comunque di pregevole fattura. Allora, se é vero che non abbiamo tirato in ballo Zappa é altrettanto vero che potremmo citare Elio. In fondo Le Storie Tese, non facevano – magistralmente – la stessa operazione? E allora ci godiamo queste cinque tracce, registrate e prodotte al Cabin Music Studio di Catania con spirito divertito.
In quest’ottica comprendiamo meno l’uso dell’inglese. La volontà dichiarata di arrivare a più persone possibile con un progetto così strutturato ci pare più velleitario che altro, ma la scommessa é proprio questa, sperare che la logica fallisca e noi si faccia una figura barbina d’innanzi ad un successo che auguro con tutto il cuore a questo “strampalato” gruppo “indie”.
In fondo, se al successo arrivarono gli Architecture in Helsinki, perché non potrebbero farcela i Joshua Thriller? Come nel migliore dei gialli, attendiamo con curiosità il responso del destino e ai posteri l’ ardua sentenza.
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