Abbiamo recensito diverse volte i Love Ghost in questi anni, ma crediamo che in quest’ultimo singolo ce l’abbiano davvero messa tutta per presentarci un lavoro di altissimo livello. Andando oltre gli stilemi proposti in passato, ma continuando nel filone delle collaborazioni col mondo ispanico di sponda messicana, il nuovo singolo “Decoy” esce come primo estratto dell’album di prossima uscita intitolato “Memento Mori”. La canzone è frutto della collaborazione con l’artista trap Katsu Energy.
Il brano inizia con quattro accordi di chitarra iper-distorta. Praticamente impossibile non pensare alla storica intro di “In Bloom” dei Nirvana. La batteria segna però una ritmica lineare, evitando saggiamente fills che potrebbero rimandare alla celebre registrazione di Dave Grohl. L’avvertiamo più come una citazione, ma subito smentita da un cambio repentino al termine del secondo giro armonico, in cui il cantato naviga languido su un tappeto di suoni vagamente vapor wave. La melodia è molto evocativa. Ci porta nelle profondità dei boschi norvegesi, tra le ombre e il profumo del muschio. Questa canzone potrebbe tranquillamente essere inserita in una colonna sonora. Mai ne facessero un sequel, suggerirei agli autori di “Black Spot” di tenerla in considerazione. A mio avviso, sarebbe perfetta per quel tipo di ambientazione.
Le parti in spagnolo sono cantate da Katsu Energy, mentre quelle in inglese sono lasciate all’affascinante voce di Finnegan Bell. Il ritornello è “super catchy”. Si impadronisce delle sinapsi dell’ascoltatore e le prende in ostaggio sin dal primo ascolto. La melodia è semplice, come una filastrocca per bambini, ma efficacissima. Il singolo in sé non sembra un brano new metal eppure il suono mi rimanda in maniera potentissima alle sonorità di band della scena svedese e, se proprio fossi costretto a fare un nome, di certo nominerei i Breach.
Terminato il ritornello si ritorna sulla strofa ed il cantato è talmente ben fatto da sembrare a sua volta un refrain, a testimonianza dello stato di grazia che, a livello compositivo, sta attraversando il leader della band californiana. Una sospensione fa poi da lancio al secondo ritornello.
Tutto è misuratissimo, concettualmente ben strutturato per ospitare un assolo di chitarra che nell’economia di questo lavoro pare fatto apposta per sbrigliare il chitarrista e far pogare il pubblico che avrà la fortuna di vederli dal vivo. L’assolo è vibrante, ma forse un po’ sopra le righe. Rimanda agli assoli delle composizioni anni 80, anni in cui imperversavano chitarre “appuntite” di ogni forgia e colore. Facciamo comunque i complimenti a Berdu che ha curato la produzione di un brano che si lascia notare nel mare stagnante di produzioni senz’anima che ascoltiamo ogni giorno. Non vediamo l’ora di ascoltare nella sua interezza un album che si preannuncia iconico per la scena californiana. Lo attendiamo con grande curiosità.
Link streaming: https://open.spotify.com/intl-it/album/29L86XMugZeIkJX7dtR6O9
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