Raramente mi succede di pensarlo quando scrivo di musica ma nel recensire l’ EP “Synthia Looper” dell’omonima artista, non ho potuto non esprimere a me stesso il velato desiderio di suonare in questo progetto. Elettronica minimale, ritmi rarefatti, ma incalzanti, domande e risposte tra synth ben programmati ed una voce lamentosa e cristallina che evoca, con facilità disarmante, atmosfere apocalittiche che sanno di un futuro prossimo tutto da scrivere. Synthia Looper sembra comporre in maniera intima, quasi parlando a sé stessa. Un dialogo fitto, fatto di frasi al tramonto, fumando un mozzicone di cubano, in un paesaggio distopico fatto di mezzi di trasporto steampunk ed algoritmi regolatori dell’anima infettati dal peggiore dei virus: il vivo sentimento di compassione per sé stessi.
Il risultato, nel suo complesso, suona come un’ assoluzione senza riserve del proprio pensare alle cose in maniera poco “conforme”. Le linee melodiche si svolgono leggere, quasi infantili e giocose. In fondo, si puo’ assistere alla “Fine dei Tempi” ridendoci su. Isole in un mare di suono, ci perdiamo di brano in brano. Novella Pollicino, Synthia Looper dissemina le sue composizioni sul terreno per non farci perdere nel vuoto cosmico di un fitto bosco planetario. Come confetti noi li raccogliamo e li mangiamo golosamente e solo una volta terminati, ci accorgiamo di esserci perduti… De-fi-ni-ti-va-men-te!
Link per l’ascolto su Spotify dei brani dell’omonimo ep: https://open.spotify.com/artist/2kxMJPEU6i661v3sm7MK40
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