Littamè, “Everest”: il peso delle aspettative diventa musica

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Littamè, “Everest”: il peso delle aspettative diventa musica

“Everest” è il nuovo singolo di Littamè, un brano intenso che nasce dalla paura di deludere e dal bisogno di spegnere il rumore delle aspettative esterne. La canzone racconta la fatica di sorridere quando dentro si trema, trasformando la fragilità in una confessione silenziosa ma potente.

Con suoni profondi e bassi avvolgenti che esplodono in un ritornello senza fiato, Littamè costruisce un’atmosfera densa ed emotiva, in cui invita chi ascolta a non vivere secondo ciò che gli altri si aspettano, ma a ritrovare la propria voce.

Come è iniziato il tuo percorso musicale e quando hai capito che il canto sarebbe diventato qualcosa di più di una semplice passione?
Ho sempre ascoltato musica e cantato. A 16 anni ho preso la mia prima lezione di canto e forse inizialmente l’ho presa come una passione come tante altre. Dopo poco ho capito però che non potevo farne a meno, cantare mi fa stare bene e non è più solo una passione. Un paio d’anni dopo ho capito che dovevo fare qualcosa di mio. Ho iniziato a scrivere e poi quelle parole sono diventate canzoni.

Quali sono stati gli artisti o i generi che ti hanno maggiormente influenzata durante la tua crescita artistica?
Elisa, Florence C the Machine, Levante sono tra gli artisti che maggiormente mi hanno influenzato, ma spazio molto. Sono curiosa e ascolto tantissimi generi che mi danno sempre idee nuove.

Everest è il tuo nuovo singolo: cosa ti ha spinto a scegliere proprio questo titolo e cosa rappresenta per te?
Sicuramente rappresenta una vetta alta, che, per me, ho raggiunto e ha creato un sacco di aspettative che ho avuto paura di deludere. É un’immagine che rende molto bene, secondo il mio punto di vista, questo pensiero.

Da quale emozione o situazione personale è nata l’ispirazione per scrivere Everest?
La paura è una emozione che mi ha fatto scrivere questo brano. La paura di deludere qualcuno, senza tenere conto dei miei bisogni, delle mie volontà, lasciando da parte me stessa e le mie emozioni. Sono una perfezionista e la delusione non fa parte delle cose che mi piacciono, ma a volte bisogna vivere e basta, senza pensare a ciò che gli altri si aspettano da te.

In generale, come nasce una canzone? Parti prima dalle parole, dalla melodia o da un’immagine che ti colpisce?
Parto dalle parole, scritte sul mio quaderno. Grazie a Nicola e Stefano poi sistemiamo queste parole e creiamo la melodia per poi dare vita alle canzoni. Sono giornate di session importanti ma molto produttive e divertenti, vorrei vivere sempre così.

Quanto conta per te raccontarti di te stessa nella musica e quanto invece preferisci lasciare spazio all’immaginazione, dell’ascoltatore?
Per me è molto importante raccontare di me stessa nelle canzoni, perchè solo così ci riesco. Il mio linguaggio però a volte è nascosto, ombreggiato non perchè voglio renderlo incomprensibile ma perchè sono così, non riesco ad essere completamente diretta (è una forma di protezione).

Con Everest quale messaggio vorresti arrivasse più forte a chi ti ascolta?
Il fatto di non dover dare troppo peso alle aspettative che gli altri si creano su di te. Si rischia in questo caso di vivere la vita che gli altri vogliono per te e non quella che vuoi veramente vivere tu.

Guardando avanti, quali sono i prossimi passi del tuo percorso artistico?
Voglio continuare a cantare, a far sentire live la mia musica, le mie canzoni. Continuare a farmi conoscere dal vivo a più persone possibile continuando cantare in qualsiasi occasione giusta si presenti.

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